Come scegliere le piastrelle per pareti e rivestimenti.

Come scegliere le piastrelle per pareti e pavimenti

Cotto, maiolica, grès, klinker, ceramica, marmo e persino vetro, cuoio e metalli, il ventaglio di scelta per il rivestimento di pareti e pavimenti è davvero ampio pur rimanendo nell’ambito della tecnica di posa da piastrella.

 

 

Se aggiungiamo anche l’aspetto decorativo (colori, finitura), diventa difficile scegliere: la decisione è influenzata certamente dalla robustezza e durabilità dei materiali, specie per pavimenti molto trafficati (da preferire klinker, grès porcellanato e monocotture), facilità di manutenzione e brillantezza (ceramica, grès lucidato), vincoli architettonici (cotto, marmi, ardesia, granito) e non ultimo anche il gusto personale del proprietario.

Altri argomenti di cui tenere conto sono le dimensioni e la regolarità della stanza da rivestire. Un’ambiente aperto o spazioso richiede piastrelle di misure medio grandi; al contrario un piccolo bagno, normalmente, si riveste con piastrelle di misura contenuta.

In una stanza con pianta irregolare, cosa frequente nella ristrutturazione di case storiche, si prenda in considerazione la posa inclinata; se per qualche motivo non è possibile, mantenere l’allineamento geometrico con le pareti più in vista.

Naturalmente, ci sono ragionevoli soluzioni di compromesso nel rifacimento di un pavimento: si può decidere di smantellare completamente l’esistente e prevedere il passaggio di nuovi impianti o limitarsi a ricoprire la vecchia pavimentazione senza rimuoverla, ricorrendo a rivestimenti ceramici sottili. Come sempre, cercare di ridurre i tempi per contenere i costi non si rivela alla lunga una scelta felice, il massetto deve maturare, mentre umidità e temperatura ambiente devono normalizzarsi anche se c’è maggior tolleranza rispetto alla posa di un parquet.

 

Scelta dei materiali

 

Ceramica

Le piastrelle smaltate sono ottenute per monocottura o per bicottura: il primo processo avviene con la cottura simultanea di pasta e smalto e dà origine ad un prodotto più resistente, adatto alle pavimentazioni, mentre la bicottura avviene in due fasi separate, conferisce maggior pregio alla piastrella, che però è più delicata ed adatta alle pareti.

Il grès porcellanato è ottenuto utilizzando argille ceramiche, feldspati, caolini e sabbia. Superficie e massa sono identiche, non distinguibili, e la vetrificazione (ottenuta con forte pressatura e cottura a temperature elevate) lo rende molto resistente all’abrasione, impermeabile e ingelivo.

Il klinker si ottiene da argille ceramiche pure che richiedono una cottura a temperature non inferiori a 1200°C con cicli che durano anche 8-10 ore. Tra i materiali ceramici è il più tenace: non teme il gelo, l’abrasione, le sollecitazioni meccaniche, gli acidi e può essere smaltato o no.

La grande varietà di aspetto e caratteristiche delle piastrelle (a questo approfondimento trovate le piastrelle per il bagno più moderne: RifareCasa) di questo comparto rende possibile qualsiasi abbinamento richiesto dall’ubicazione e dallo stile della casa.

 

Pietra naturale

Questi sono i materiali più antichi utilizzati dall’uomo e mantengono l’aspetto conferito ad essi dalla natura. Sono materiali porosi e necessitano di trattamenti per impedire l’assorbimento di liquidi e la formazione di macchie.

 

  • Il marmo ha superficie lucida, quasi riflettente, in una varietà di colori e venature determinate dalle impurità (limo, argilla, ossidi) che restano imprigionate nel suo spessore.

 

  • Il granito ha natura silicea, maggiore durezza (6-7 della scala Mohs contro i 3-4 del marmo), si lucida con maggior difficoltà, ma non reagisce agli acidi mentre il marmo può facilmente macchiarsi con aceto e succo di limone. Le caratteristiche fisico-chimiche dei due materiali sconsigliano l’utilizzo del marmo in esterni, mentre per il granito ci sono meno problemi.

 

  • L’ardesia solitamente non viene utilizzata da sola, ma vengono create pavimentazioni composte: la composizione più classica è il pavimento “a scacchiera”, con tutte le varianti possibili per esaltare grandi ambienti o locali stretti e lunghi, variando forma e disposizione delle mattonelle.

 

Mosaici

Il ricorso al mosaico per realizzare una superficie calpestabile può riguardare la pavimentazione di un intero locale o limitarsi ad un inserto, di varia dimensione, in una superficie di altro tipo.

Come per i rivestimenti, il lavoro è molto facilitato dal premontaggio delle tessere su un supporto, generalmente una rete in fibra di vetro, e dalla presenza di un foglio protettivo che salvaguarda le tessere dai danni possibili durante le operazioni di posa. Si può trattare di pannelli delle dimensioni di una comune piastrella, ma anche di veri e propri soggetti anche di grandi dimensioni in un unico foglio che possono riprodurre opere pittoriche, soggetti fotografici, composizioni lineari e squadrate simili a tappeti orientali.

Sul supporto che le unisce, le tessere possono avere la classica forma quadrata 20×20 mm, oppure forma romboidale, esagonale, ellittica. Si applicano anche su superfici curve.

 

Gli utensili per una corretta posa

Il piastrellista non ha bisogno di molti utensili, ma alcuni sono strettamente necessari per un buon risultato: un secchio, una cazzuola e una spatola dentellata sono il minimo indispensabile per preparare e stendere in modo uniforme l’adesivo, ma possiamo procurarci anche un miscelatore e un trapano a bassa velocità che, per ampie superfici, alleggerisce lo sforzo per la preparazione dell’adesivo.

L’indispensabile controllo di allineamento e planarità delle piastrelle viene affidato a una livella a bolla d’aria piuttosto lunga e ad una lenza munita di agganci per poterla applicare al margine delle mattonelle senza che si sporchi di adesivo.

A pavimento posato servono pennelli e spatole di gomma, per stendere lo stucco riempifughe, e grosse spugne per lavare via i residui dalle superfici. Da non dimenticare un paio di guanti di gomma sottili per preservare le mani dall’aggressione di colla e stucco.

 

Colla, malta e additivi

Per il fissaggio al pavimento si utilizzano due metodi che prevedono entrambi uno strato adesivo interposto tra massetto e piastrella:

 

  • Nella posa a malta si utilizza malta cementizia o miscele di cemento e calce che viene applicata in “strato spesso” (3-5 cm), forma uno strato di allettamento dotato di una buona resistenza meccanica, di un’elevata rigidità, di un’adeguata adesività e resistenza al gelo nonché di una moderata resistenza all’attacco chimico. L’adesione viene migliorata con lo “spolvero”, cemento asciutto sparso sulla malta ancora umida prima delle piastrelle.

 

  • Nella posa a colla si usano adesivi a base cementizia o organica a cui sono aggiunti resine e leganti che ne aumentano le qualità meccaniche e il potere di trattenere l’acqua. Questi materiali rimangono viscosi a lungo e permettono eventuali piccoli riposizionamenti anche dopo decine di minuti, azione che nella posa su malta non è attuabile. La posa a colla, più raffinata e precisa, è anche più costosa; infatti è necessario preparare preventivamente uno strato di cemento perfettamente livellato, la caldana, su cui si stende uno strato molto sottile di adesivo.