Ristrutturare casa quali permessi

Ristrutturare casa quali permessi occorre richiedere?

“Ristrutturare casa: quali permessi richiedere?” E’ la domanda che si pongono coloro che si apprestano a intervenire sul proprio immobile. E’ una domanda legittima, la cui risposta non è affatto scontata.

 

 

Anzi, l’argomento risulta complesso a volte persino per gli esperti, figuriamoci per le persone comuni e dunque i semplici proprietari di casa. C’è da dire, però, che nell’ultimo decennio la normativa, pur rimanendo comunque complicata, è andata semplificandosi.

In questo articolo risponderemo alla domanda “ristrutturare casa quali permessi richiedere”, elencando i vari tipi di permesso e le situazioni in cui si rendono necessari. Parleremo anche dei casi, niente affatto rari, in cui è possibile intervenire senza richiedere alcun permesso. 

 

E’ possibile ristrutturare casa senza permessi?

E’ una dubbio legittimo. D’altronde, la questione dei permessi non è solo complicata, ma anche stressante. Richiedere un permesso infatti pone in essere svariate lungaggini burocratiche, nonché un esborso che può raggiungere livelli molto alti, benché spesso proporzionali all’invasività dell’evento. Ma tant’è: la possibilità di agire senza permessi è auspicata da tutti i proprietari di casa. 

La buona notizia è che sì, è possibile ristrutturare casa senza permessi, ma solo in alcuni casi specifici. Ovvero quando gli interventi rientrano nella categoria “edilizia libera”. In quel caso è possibile procedere a proprio piacimento, senza impegni burocratici di un certo peso. Fanno parte dell’edilizia libera tutti quegli interventi che coinvolgono solo ed esclusivamente le finiture, e che di contro non coinvolgono la planimetria, gli elementi strutturali, la volumetria, la destinazione dell’immobile.

Fanno parte dell’edilizia libera, per esempio, la sostituzione dei pavimenti, il cambio degli infissi (se non si realizzano opere murarie a contorno), il rifacimento dell’intonaco (se non c’è necessità di impalcatura) e via discorrendo. A conti fatti, e questa è senz’altro una buona notizia, buona parte degli interventi generalmente richiesti dai proprietari di casa fanno parte dell’edilizia libera.

Occorre fare una raccomandazione: procedete in assenza di titolo abilitativo (quello che in gergo viene chiamato permesso, appunto) solo se ne avete realmente la possibilità. Non provate ad agire violando la legge, dunque producendo un abusivismo, anche perché le conseguenze sono pessime, oltre a trattarsi di una scelta dall’infimo profilo morale. Chi realizza abusivismi è costretto a una multa salatissima, è obbligato a riportare l’immobile al suo stato originale e rischia persino il carcere. Insomma, non ne vale affatto la pena. 

 

La redazione di un progetto di ristrutturazione per il rilascio delle autorizzazioni.

 

I permessi per ristrutturare casa

In tutti gli altri casi, è necessario possedere un titolo abilitativo. La pessima notizia è che questi titolo costano molto, e nel caso del titolo più “grave” il costo è davvero alto. La buona notizia è, se si esclude un permesso, non è necessario attendere il via libera dall’ufficio tecnico, in quanto la pratica viene gestita secondo la modalità dell’asseverazione. I tempi dunque non sono molto lunghi. Ad ogni modo, ecco i titoli abilitativi necessari, ecco la risposta alla domanda ristrutturazione casa quali permessi.

 

CIL. Acronimo di Comunicazione di Inizio Lavori, è un titolo abbastanza particolare in quanto non fa riferimento a un intervento vero e proprio, bensì a un’attività funzionale all’intervento stesso, ovvero l’installazione delle impalcature. Ne consegue che esso va prodotto solo in casi specifici, come il rifacimento delle facciate condominiali, che necessitano appunto di impalcature. 

CILA. Acronimo di Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata. E’ una semplice comunicazione, dunque non necessita dell’assenza da parte dell’ufficio tecnico. Va prodotta nel caso in cui gli interventi modificassero solo la planimetria senza però coinvolgere in alcun modo gli elementi strutturali e la volumetria. Per esempio, richiedono la CILA la creazione di open space, la divisione di una stanza, le modifiche alla grandezza delle finestre (le cui dimensioni sono riportate in planimetria) e altro ancora. 

SCIA. Acronimo di Segnalazione Certificata di Inizio Attività è anch’essa una comunicazione asseverata, la quale però segue canoni diversi, risulta più ostica e impone un collaudo statico finale. Non a caso è richiesta solo in caso di interventi che modificano elementi strutturali. Devono essere coperti da SCIA interventi come la messa in sicurezza dei pilastri, la modifica radicale degli impianti, la sostituzione del tetto. 

Permesso di Costruire. E’ il titolo più costoso e complicato in assoluto, nonché l’unico che richiede un assenso da parte dell’ufficio tecnico. Viene chiamato in causa quando i lavori sono veramente pesanti, e impongono modifiche alla planimetria o, addirittura, alla destinazione dell’immobile. L’ampliamento di un’abitazione, per esempio, richiede il permesso di costruire, come anche la chiusura di una veranda. Può costare anche migliaia di euro. 

 

Un consiglio per gestire i permessi  

Gestire la questione dei permessi è complesso, anche perché in genere il proprietario di casa non possiede le competenze necessarie. Dunque, come fare? A tal proposito è bene seguire due consigli. Il primo è di affidarsi a esperti che sappiano portare a termine le pratiche. Fare da soli è difficile, e in alcuni casi è persino impossibile (es. quando alla richiesta del titolo abilitativo va allegato un progetto).

Di contro, e questo è il secondo consiglio, è bene impegnarsi in una specie di attività di monitoraggio, ovvero sovrintendere al lavoro degli specialisti. E’ una questione di prudenza, benché imponga lo studio personale delle carte. Ricordate che anche se il compito di sbrigare le pratiche è del professionista, la responsabilità è comunque vostra. In genere, sono sempre consigliate le richieste di chiarimento, se si nota – anche da profani – che qualcosa non va.

 

 

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