Ristrutturare soggiorno: i permessi.

Quali permessi per ristrutturare il soggiorno?

Ristrutturare il soggiorno può essere un’attività molto complessa, e dal punto di vista tecnico-edilizio (come è normale che sia) e dal punto di vista burocratico. Non può essere dunque presa alla leggera, pena non solo un risultato finale poco soddisfacente ma anche problemi sotto il profilo legale. La questione più spinosa riguarda i permessi. Ne parliamo in questo articolo. 

 

 

Gli interventi per ristrutturare il soggiorno

Prima di analizzare la questione dei permessi, è necessario sapere cosa si intende realmente per “ristrutturazione soggiorno”. In realtà questa espressione racchiude in sé molti interventi, alcuni leggeri e altri pesanti. In linea di massima, a disposizione del committente, budget permettendo, ci sono molte tipologie di intervento. Ovviamente, occorre eseguire una scrematura, certo sulla base delle necessità strutturali del locale (quando ci sono) ma anche e soprattutto usando il criterio del gusto personale. 

L’intervento più leggero e allo stesso tempo più richiesto è rappresentato dalla semplice tinteggiatura del soggiorno. Così leggero che alcuni proprietari di casa, o anche solo i semplici inquilini, fanno riferimento al fai da te. Ad ogni modo, la tinteggiatura consente di modificare, già da sola, l’aspetto di un soggiorno.

Un intervento molto richiesto e giù più dispendioso, sia economicamente che in termini di tempo, è la sostituzione del pavimento. Questo intervento incide sull’estetica del locale ma anche, seppure in maniera non preponderante, sulle capacità energetica. A patto, ovviamente, di fare riferimento alle tecniche più moderne e ai materiali più evoluti.

Un altro intervento che incide contemporaneamente sull’estetica e sulla qualità è la sostituzione dei serramenti, dunque di porte e finestre. Da questo punto di vista, l’impatto sulle capacità energetiche può essere notevole, soprattutto se i serramenti da sostituire sono stati realizzati e installati qualche decennio fa.

Tra gli interventi più richiesti figura, infine, la creazione dell’open space o comunque l’allargamento del soggiorno. E’ piuttosto complesso, sia dal punto di vista architettonico che burocratico. Il riferimento, almeno in questo caso, è alla questione dei permessi. 

 

I permessi per la ristrutturazione del soggiorno

Ovviamente rispondere alla domanda “servono permessi per ristrutturare il soggiorno” è necessario operare molti distinguo. Anche perché la risposta varia da intervento a intervento. Per fortuna, la maggior parte degli interventi che abbiamo appena descritto, non richiedono permessi o – come sarebbe meglio chiamarli – titoli abilitativi. Fanno parte, infatti, dell’edilizia libera. Per inciso, la categoria edilizia libera racchiude tutti quei lavori che non modificano la planimetria, la struttura o la volumetria. 

Un intervento in particolare, tra quelli che fanno riferimento all’edilizia libera, merita un discorso a parte, ovvero la sostituzione dei serramenti. Se tale sostituzione non coinvolge la muratura, allora non sono necessari permessi. Se però si opta per finestre o porte più grandi o più piccole, insomma si agisce sulla dimensione, allora la questione cambia. In questo caso, si segnalano modifiche della planimetria, dal momento che questa reca informazioni anche sulla forma e sulla dimensione dei serramenti. In questo caso specifico, è necessaria la CILA, Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata, che è il titolo abilitativo corrispondente, appunto, ai lavori che incidono la planimetria. Per fortuna, è anche il titolo che costa di meno: onorario del professionista compresa, raramente si va oltre gli 800 euro. 

La questione più importante, però, ruota attorno alla creazione dell’open space. Da questo punto di vista, le modifiche sono davvero significative, e consentono di cambiare il volto dell’intera abitazione, senza considerare le conseguenze dal punto di vista estetico. Nella migliore delle ipotesi, anche in questo caso è sufficiente la CILA. D’altronde, la creazione dell’open space modifica la mappa catastale, ovvero la disposizione e la grandezza dei locali, senza generare aumenti volumetrici dell’abitazione e, di norma, azioni sugli elementi strutturali.

Nella peggiore delle ipotesi, però, è necessario un permesso più “potente”, ovvero la SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Ciò accade, appunto, quando si agisce su elementi strutturali, come possono essere i pilastri. Nonostante l’immaginario collettivo suggerisca il contrario, anche la modifica all’impianto, se radicale, è classificato come intervento strutturale. Quando si progetta e si realizza un open space, questa eventualità si configura più spesso di quanto si pensi. 

La SCIA è più complicata da redigere ma, fortunatamente, proprio come per la CILA non è sottoposta al parere dell’ente, che opera solo controlli di natura formali. Ovviamente costa di più. Onorario compreso, si superano spesso di 1000 euro. 

 

Per ristrutturare il soggiorno potrebbero servire dei permessi.

 

Due consigli per non sbagliare il permesso

Come abbiamo visto, la questione dei permessi può essere complicata. Per alcuni interventi non servono permessi, per altri sì. Inoltre, il permesso da richiedere non è sempre lo stesso. E’ lecito, dunque, provare un po’ di apprensione per l’elemento burocratico. Per quanto utile possa rivelarsi il supporto di un tecnico, la responsabilità è sempre in campo al committente. Un errore può essere fatale ma, a ben vedere, nemmeno così improbabile. Tra CILA e SCIA spesso il confine è labile. Dunque, che fare? Il primo consiglio è di scegliere bene il tecnico. Questi deve vantare la necessaria esperienza non solo in termini edili ma anche burocratici; deve essere abituato a rapporti alla Pubblica Amministrazione.

Il secondo consiglio è tagliare la testa al toro e chiedere direttamente a chi di dovere. Rivolgetevi, nello specifico, allo Sportello Unico per l’Edilizia del vostro comune. Per fortuna, c’è un ufficio di questo tipo in ogni comune. I funzionari sapranno certamente indirizzarvi verso la soluzione più adatta, in modo da evitare errori potenzialmente fatali per il portafoglio e non solo. Informatevi direttamente alla fonte senza timore di “offendere” il professionista e passare per committenti poco “fiduciosi” o eccessivamente diffidenti. 

 

 

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