La foto di un Tetto ventilato

Tetto ventilato vs tetto non ventilato: le differenze

Tetto ventilato o non ventilato? E’ una domanda che si pone chi sta per ristrutturare in maniera radicale un tetto, o chi sta per commissionare la costruzione di una abitazione ex novo.

 

 

Non è facile rispondere a questa domanda, anche perché le due alternative presentano entrambe pregi e difetti. Ne parliamo in questo articolo, specificando i meccanismi con cui operano il tetto ventilato e il tetto non ventilato, e offrendo informazioni sui costi.

 

Cosa è il tetto ventilato

Il tetto ventilato fa riferimento a tecniche di costruzione relativamente recente. Non è un caso che le abitazioni costruire qualche decennio fa, di norma, non siano dotate di tetto ventilato. In linea di massima, si può definire il tetto ventilato come una copertura che conferisce all’immobile una resa energetica buona (in alcuni casi eccellente) e una efficace difesa dal rischio umidità.

Il merito di ciò va alla presenza di una intercapedine posta tra la copertura e lo strato appena inferiore. Tale intercapedine favorisce il riciclo dell’aria, impedisce che questa si depositi, che si trasformi in vapore a causa del calore e che sviluppi la condensa. La prima conseguenza di questa dinamica è la riduzione dell’umidità. Nei tetti ventilati più moderni, il rischio di umidità è completamente debellato. 

Conseguenze positive si segnalano anche sul fronte della climatizzazione, terreno su cui si gioca la partita dell’efficienza energetica. L’intercapedine, infatti, stimola l’attivazione dei cosiddetti moti convettiva ascensionali, che di fatto impediscono all’aria casa di depositarsi prima, e di trasferirsi ai piani sottostanti poi. Questo rende gli edifici con tetto ventilato più freschi d’estate. 

Da un punto di vista meramente architettonico, il tetto ventilato deve prevedere almeno tre elementi: la struttura, uno strato termoisolante, uno strato di ventilazione (ovvero l’intercapedine), la copertura vera e propria, in genere realizzata con i classici coppi. 

Il vantaggio principale del tetto ventilato è proprio la resa energetica e la resistenza all’umidità. Da questi punti di vista, è la variante in assoluto più tecnologica. Di contro, si segnalano i costi elevati, e una certa difficoltà nella realizzazione. Non tutte le imprese edili sono in grado di realizzare un tetto ventilato degno di questo nome. Ciò impone al committente un’attenzione maggiore nella scelta dell’impresa. 

Tetto ventilato esempio

 

Cosa è il tetto non ventilato

L’alternativa è rappresentata dal tetto non ventilato. E’, in realtà, la tipologia di tetto più diffusa. La stragrande maggioranza del patrimonio urbanistico italiano si caratterizza per la presenza del tetto non ventilato. D’altronde, è stato la norma per parecchio tempo, e fino a pochissimi decenni fa. 

E’ un’alternativa da prendere in considerazione? La risposta è sì, sebbene i motivi siano diversi da quelli che possono spingere alla realizzazione del tetto ventilato. I motivi, è bene specificarlo fin da subito, sono essenzialmente economici e pratici. 

Ma cosa è il tetto non ventilato? Molto banalmente, è un tetto che non è dotato di intercapedine, che produce la sua azione isolante solo per mezzo dei materiali con cui viene, almeno in parte, realizzato. Ovviamente, ciò pone in essere parecchie conseguenze dal punto di vista funzionale. Conseguenze che, anche in presenza di un budget ristretto, vanno seriamente prese in considerazione. 

Il vantaggio principale del tetto non ventilato, come facilmente intuibile, risiede nel costo, che è parecchio inferiore a quello del tetto ventilato. Si parla di una differenza pari a qualche migliaio di euro, anche ipotizzando una superficie medio-piccola di 100 metri quadri. Inoltre, la procedura di realizzazione è abbastanza semplice e sbrigativa, nonché di patrimonio comune a quasi tutte le imprese edili specializzate nelle ristrutturazioni pesanti.

Di contro, si segnala lo svantaggio “energetico”. Da questo punto di vista, il tetto non ventilato non fa molto. Come minimo, si differenzia notevolmente dalla tipologia “ventilata”. Anche il rischio umidità è tutt’altro che trascurabile. 

 

Costi e agevolazioni del tetto ventilato e non ventilato

Quanto costano nello specifico il tetto ventilato e il tetto non ventilato? Sia chiaro, pur nelle differenze, si parla di cifre nell’ordine di parecchie migliaia di euro. A prescindere dalla tipologia di tetto, siamo di fronte a un intervento di ristrutturazione pesante. Ad ogni modo, è bene fare una panoramica sui numeri.

Un tetto ventilato costa, in media, tra i 110 e i 150 euro al metro quadro. Ciò significa, se si ipotizza una superficie di 100 metri quadri, un costo che oscilla tra 11.000 e i 15.000 euro

Un tetto ventilato, invece, costa mediamente tra i 70 e i 100 euro al metro quadro. Sempre ipotizzando un immobile con una superficie di 100 metri quadro, si parla di una forbice compresa tra 7.000 e 10.000 euro

Insomma, in ogni caso le cifre sono ingenti. Come si evince da questa semplice panoramica, il tetto ventilato può costare più del doppio del tetto non ventilato. 

C’è un ma, ovvero un elemento che confuta parzialmente le valutazioni fatte fino a questo momento. Questo elemento è rappresentato dalle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie. Questo istituto, pur essendo continuamente oggetto di modifiche da parte del legislatore, rappresenta un formidabile strumento di risparmio per il contribuente. Le agevolazioni si traducono nella possibilità di detrarre dall’IRPEF una parte della spesa sostenuta. Tale detrazione non si realizza una tantum, ma nel corso di dieci anni di imposta.

Di norma è possibile detrarre il 50% delle spese, fino a un massimo di 96.000 euro. Se però la ristrutturazione genera un avanzamento della classe energetico, l’aliquota sale al 65%. Si parla, a ben vedere , di una differenza di qualche migliaio di euro.

Ora, solo i tetti ventilato hanno qualche chances di produrre un miglioramento della capacità energetica. Dunque, pur costando teoricamente di più, consentono l’accesso alle agevolazioni più sostanziose (almeno potenzialmente). Questa è una dinamica molto interessante, di cui va tenuto conto nella fase di valutazione, ovvero quando occorre scegliere tra tetto ventilato e tetto non ventilato.