Membrane impermeabilizzanti

Membrane impermeabilizzanti per tetti: tutte le tipologie

Le membrane impermeabilizzanti rappresentano delle soluzioni ottime per chi vuole conferire resistenza e sicurezza alla copertura di un tetto. Si contrappongono idealmente alle guaine liquide, rispetto alle quali presentano differenze nelle caratteristiche e nelle dinamiche di posa. In questo articolo parliamo delle più diffuse membrane impermeabilizzanti, elencandone le qualità, i pregi e i difetti.

 

 

Perché  le membrane impermeabilizzanti

Perché scegliere proprio le membrane impermeabilizzanti? D’altronde, almeno nell’immaginario collettivo, la copertura più idonea (coppi e tegole a parte) è data dalle guaine liquide, magari bituminose. In realtà, ciò valeva fino a qualche decennio fa, quando le membrane presentavano alcuni difetti strutturali. L’offerta nel frattempo si è evoluta, proponendo prodotti sempre più all’avanguardia.

Inoltre, le membrane impermeabilizzanti si caratterizzano per almeno due vantaggi esclusivi, che di contro non appartengono alle guaine liquide, men che meno a quelle bituminose: proprio per questo sarebbe bene prenderle in considerazione quando si pensa di ristrutturare casa.

Il primo vantaggio consiste nella facilità della posa. Nella stragrande maggioranza dei casi, infatti, le membrane sono prefabbricate. Ovvero, vengono disposte in fogli e venduti a rotoli. La posa è piuttosto semplice in quanto non c’è alcun bisogno di stendere un liquido, con tutto ciò che ne consegue in termini di tempo e di fatica. Inoltre, alcune tipologie di membrana sono anche autoadesive.

Il secondo vantaggio, che poi è un corollario del primo, consiste nelle ridotte esigenze manutentive. Ciò non significa che le membrane impermeabilizzanti non necessitino di manutenzione, tutt’altro. Semplicemente, è più facile manutenerle. Nella peggiore delle ipotesi, è sufficiente sostituire uno o più fogli.

 

Le tipologie di membrane impermeabilizzanti

Le tipologie si differenziano l’una dall’altra per i materiali che compongono le membrane ma anche per le tecniche di posa. Ovviamente, ciascuna presenta dei pregi e dei difetti.

Le membrane prefabbricate bituminose

Sono le membrane più diffuse in assoluto. Come suggerisce il nome, si caratterizzano per una abbondantissima presenza di bitume, un distillate del petrolio. 

Il vantaggio principale risiede nella resistenza meccanica, che è veramente buona. A questa si aggiunge un elevato allungamento a rottura, che deriva dal carattere elastico di questa sostanza. 

Un altro vantaggio risiede nella posa, che è piuttosto facile da realizzare. L’aderenza alla superficie non avviene per mezzo di colle o altre adesivi, ma utilizzando la classica fiamma libera. Tuttavia, si segnalano varianti che impongono la posa di uno strato adesivo. 

Lo svantaggio principale risiede proprio nei rischi legati alla posa. Questa è sempre semplice sì, ma se non è realizzata a regola d’arte può essere pericolosa. Il riferimento infatti è alla possibilità che durante l’operazione di sfiammatura vengano emessi gas e vapori di condensazione, dannosi per la salute se inalati. 

Le membrane prefabbricate polimeriche

Queste membrane sono realizzate con una percentuale molto bassa di bitume, sempre inferiore al 50%. Alcuni modelli particolarmente avanzati non contengono nemmeno un grammo di bitume. Il grosso della membrana è realizzata con sostanze polimeriche, come il PVC (altrimenti detto polivinilcloruro) e il polietilene. In alcuni casi, le membrane presentano un’armatura. Vengono venduti generalmente in teli arrotolati. 

Il vantaggio principale delle membrane prefabbricate polimeriche consiste nella capacità di isolamento, che è davvero elevata. D’altronde, il PVC in misura maggiore e il polietilene in misura minore presentano caratteristiche significative in tal senso. Il PVC, non a caso, viene utilizzato per produrre infissi isolanti. 

Un’altro vantaggio consiste nella grande elasticità di questa tipologia di membrana. Questo incide anche sulla calpestabilità, che è ottima.

L’unico svantaggio degno di nota consiste nella necessità di applicare uno strato adesivo. Dal momento che il bitume non è presente o si trova in percentuali minime, le membrane polimeriche non vantano caratteristiche adesive, nemmeno previa applicazione di fiamma libera (che anzi in questo caso sarebbe molto pericolosa). 

Le membrane autoadesive

Quella che fa capo alle membrane autoadesive è una tipologia molto particolare, di recente invenzione. Si caratterizzano per una grande varietà a livello dei materiali. In giro, infatti, se ne trovano di bituminose e non. 

Il vantaggio più grande, come suggerisce il nome, è la presenza di naturali caratteristiche adesive. Possono essere applicate a freddo, senza l’utilizzo di altri adesivi e senza brandire la fiamma libera. E’ sufficiente poggiarle in superficie, e aspettare che aderiscono alla superficie. Questa dinamica si verifica a prescindere dalla temperatura, sebbene ceda leggermente il passo in caso di temperature molto rigide. 

Di conseguenza, è davvero semplice applicare le membrane autoadesive. Anzi, è la tipologia migliore da questo punto di vista.

Lo svantaggio principale, ma sul quale con un po’ di sforzo è possibile soprassedere, consiste nel costo. Tra le membrane autoadesive, infatti, sono le più costose. Non c’è da stupirsi, visto il grado tecnologico che le caratterizza. 

Le membrane autoprotette ed ardesiate

La caratteristica principale di queste membrane consiste nella resistenza agli agenti atmosferici. Infatti, possono essere lasciate in balia delle intemperie. In virtù di ciò, consentono di evitare l’applicazione di strati ulteriori. Questo è ovviamente un vantaggio, in quanto riduce i costi e i tempi di realizzazione delle coperture. 

 

Membrane impermeabilizzanti per tetti: esempio di guaina bituminosa.

 

Un altro vantaggio, limitato ovviamente alla sola variante ardesiata, consiste nell’impatto estetico, che è davvero ottimo e in grado di competere con quello delle coperture a tegola. 

In genere, sono dotate di uno strato adesivo “incorporato” (un po’ come il nastro biadesivo), dunque l’applicazione è davvero semplice. 

Gli svantaggi consistono nei costi, solitamente alti, e in una calpestabilità non proprio eccellente. Alcuni modelli, e in particolare quelli ardesiati, presentano una resistenza meccanica al calpestio appena sufficiente. Il consiglio, comunque, è di non abusare delle superfici, ed evitare di esercitare pressioni frequenti e significative sulle coperture in membrana ardesiata. 

 

 

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