Ristrutturare casa ed ecobonus 110%

Ristrutturare casa ed ecobonus 110%: cosa c’è da sapere

Ristrutturare casa ed ecobonus 110%… Più che una misura di governo, un sogno che diventa realtà. Siamo ben oltre il concetto di sconto e di detrazione: è lo Stato (o l’impresa) che paga il proprietario per fare i lavori, e non viceversa.

 

 

Sembra che il mondo si sia capovolto, ma siamo ancora nel campo della realtà. Anzi, la misura ha un senso ben preciso e alla fine, strano a dirsi, ci guadagnano tutti: chi commissiona i lavori, chi li realizza e persino lo Stato.

In questo articolo parliamo della possibilità di ristrutturare casa e ricevere l’ecobonus 110%. Esploreremo i meandri di questa misura, che sono più complessi di quanto si possa immaginare e chiariremo i punti che ancora non sono chiari a tutti.

 

Ecobonus 110%, una misura straordinaria

In questi anni siamo stati abituati a bonus, ovvero agevolazioni per ristrutturare casa pari al 50%, 65% o più (ma solo in casi particolarissimi), e sembrava già tanto. D’altronde erano, e sono tutt’ora, misure straordinarie, in deroga alla legge ordinaria. In questo contesto, già di per sé “spinto”, ecco spuntare il collegamento tra ristrutturare casa ed ecobonus 110%. Esatto… CENTODIECI. Significa che il contribuente riceve addirittura del denaro.

Perché questa misura così estrema? Il motivo è semplice: lo Stato, ma in generale tutta la comunità nazionale, ha una straordinaria necessità di rimettere in moto l’economia. La crisi del coronavirus, infatti, si è innestata in una fase economica che già di per sé era tutt’altro che rosea. 

Con questa decisione rivoluzionaria il governo intende garantire la sussistenza alle imprese edili, che sono state costrette a fermarsi completamente per due mesi. Allo stesso tempo, vuole far girare un po’ di denaro, che – nonostante la detrazione – comunque tornerà in parte sotto forma di tasse sul reddito da impresa. 

Ovviamente, l’Italia non è il paese dei balocchi, e non lo è nemmeno in tempi di crisi post-apocalittica. Non a caso, l’ecobonus al 110% presenta comunque molti paletti, ed è riservato a interventi circoscritti. Tuttavia, rispetto alle ipotesi della vigilia, questi paletti sono meno stringenti di quanto si possa pensare. Ma andiamo con ordine. 

 

Ecobonus 110%: i requisiti

I requisiti sono in un certo senso numerosi, ma non molto stringenti. Anzi, sarebbe più corretto dire che non sono limitanti

Partiamo dal tipo di intervento. Ovviamente, non è possibile accedere al bonus a prescindere dal tipo di lavoro. 

E’ necessario che, tra gli interventi realizzati, figuri almeno uno di questi due.

  • Installazione cappotto termico. Nel decreto rilancio è indicata l’installazione del cappotto termico come un intervento in grado di giustificare l’accesso al bonus, a patto che agisca sul 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio.
  • Sostituzione degli impianti di riscaldamento nei condomini. Nello specifico, sostituzione con impianti centralizzati, purché sia previsto anche un cambio delle tubature. La sostituzione deve essere integrale.

 

Materiali isolanti utilizzati per realizzare un cappotto termico.

 

La buona notizia è che anche tutti gli altri interventi, sia “eco” che non “eco”, sono soggetti al bonus del 110% se realizzati congiuntamente al cappotto termico o alla sostituzione degli impianti di riscaldamento. A patto che gli interventi “civetta”, o di contorno, figurino tra quelli passibili di una qualsiasi agevolazione, fosse anche quella “semplice” al 50%.

L’altra classe di requisiti riguarda lo status del richiedente e/o dell’abitazione. Per accedere il bonus, infatti è necessario che:

  • Se l’immobile è indipendente, esso funga da abitazione principale per il richiedente
  • Se l’immobile è una seconda casa, esso sia posto all’interno di un condominio.

Dunque, via libera alle seconde case, purché inserite all’interno di un contesto condominiale. Il bonus, infatti, è usufruito e richiesto dal condominio.

Rimangono in piedi le limitazioni scatenate dai meccanismi detrattivi. Per usufruire della detrazione, occorre essere capienti con l’IRPEF o poter detrarre qualcosa dall’IRPEF. Possibilità, questa, negata a chi ha un reddito basso e alle partita IVA forfettarie. Tuttavia, si tratta di un limite facilmente aggirabile. Il perché lo vedremo nel prossimo paragrafo.

 

Ecobonus 110%: i tre modi per sfruttarlo

Un altro vantaggio del binomio ristrutturare casa ed ecobonus 110% riguarda le modalità di fruizione, che sono tre.

  • Detrazione classica. In dieci tornate, il beneficiario sconta il 110% della spesa nella dichiarazione dei redditi. Come già detto, questa possibilità è preclusa alle partite IVA forfettarie e a chi è gravato da un reddito basso, e quindi è poco “capiente”. 
  • Sconto totale in fattura. In questo caso, il richiedente cede il credito all’impresa, che applica uno sconto in fattura.
  • Sconto parziale in fatture a detrazione parziale. E’ una via di mezzo: una parte della spesa viene scontata direttamente, l’altra passa in detrazione.

E’ ovvio, con la terza ma soprattutto con la seconda metodica, tutti ma proprio tutti possono godere del bonus (se posseggono i requisiti).

 

Ristrutturare casa ed ecobonus 110%: consigli per non sbagliare

Il primo consiglio è di non fare i furbi. La misura è straordinaria, ma lo è anche l’impegno che l’Agenzia delle Entrate profonderà nei controlli.

Inoltre, non agite di fretta. Infatti, non è detto che l’impresa accetti lo sconto in fattura, che è l’opzione più allettante in assoluto, quella che permette fisicamente e immediatamente di avere casa ristrutturata gratis. Prendetevi del tempo per scegliere l’impresa, anche per scongiurare il rischio di trovarne una che sì accetta lo sconto, ma allo stesso tempo lo compensa con un disservizio o un rallentamento intenzionale dei lavori.

Infine, fatevi seguire da un esperto. La pratica, visti anche i numerosi paletti, è complicata da portare avanti. Affidatevi a un buon professionista e…  Godetevi la vostra ristrutturazione gratuita.