Ristrutturazione casa quanto si recupera

Ristrutturazione casa quanto si recupera: ecco tutte le detrazioni previste

Ristrutturazione casa quanto si recupera? Se lo chiedono coloro che stanno affrontando il complesso tema degli interventi edilizi, che in alcuni casi possono costare anche decine di migliaia di euro. E’ fisiologico, dunque, che emerga il bisogno di risparmiare, o almeno recuperare parte delle somme.

 

 

La buona notizia è che il legislatore, per quanto attraverso un istituto normativo precario, mette a disposizione la possibilità di detrarre dall’IRPEF buona parte delle spese effettuate.

La cattiva notizia, invece, è la complessità di questo istituto normativo, che si esplica soprattutto nel modo in cui sono stati elaborati i requisiti di accesso. Ne parliamo in questo articolo, offrendo una panoramica completa delle aliquote di detrazione.

 

Come funzionano le agevolazioni per ristrutturare casa

Di per sé, il meccanismo delle agevolazioni è abbastanza semplice. Il contribuente può detrarre dall’IRPEF parte delle spese. Non si tratta, ovviamente, di una detrazione una tantum, bensì di una detrazione spalmata in dieci periodi di imposta. In buona sostanza, il contribuente deve dividere per dieci la spesa da detrarre, e inserire ciascuna quota in ogni dichiarazione dei redditi.

Esiste anche una seconda possibilità, valida da qualche anno a questa parte: ovvero la cessione del credito di imposta direttamente all’impresa. In questo modo si rinuncia alla detrazione e la si consegna direttamente all’impresa che, da par suo, applica uno sconto immediato pari appunto all’ammontare della detrazione.

Il beneficio è subitaneo, ma va detto che questa possibilità è accessibile solo a due condizioni: uno, che i lavori producano o una riqualificazione energetica o una riqualificazione antisismica; due, che l’impresa sia d’accordo.

Questa innovazione non è nata solo per procurare al contribuente un beneficio immediato, ma soprattutto per superare un limite che, in passato, ha frenato il mercato delle ristrutturazioni.

Il riferimento è ad alcune categorie di persone che, non dovendo corrispondere l’IRPEF, o dovendone corrispondere poca, non hanno la possibilità di detrarre e quindi di godere materialmente dell’agevolazione. Pensiamo ai pensionati, o anche solo alle partite IVA forfettarie, le quali per definizione non possono dedurre alcun costo.

 

lavoro di riqualificazione energetica per cui sono previste agevolazioni.

 

Un’altra caratteristica delle agevolazioni e che risponde in un certo senso alla domanda “ristrutturazione casa quanto si recupera?” riguarda il combinato tra tetto di spesa e detrazioni. Il legislatore ha inteso suddividere i lavori di ristrutturazione in almeno quattro categorie, e a ciascuna ha assegnato un tetto di detrazione e un’aliquota precisa. Ne parleremo approfonditamente nei prossimi paragrafi, ma in questo anticipiamo che la classe di interventi che offre il maggiore sconto è quella finalizzata alla riqualificazione in senso antisismico.

Da tenere d’occhio è anche il “chi”, ovvero i requisiti per poter accedere alle agevolazioni. Possono farlo i proprietari di casa, ma anche chi detiene, a vario titolo, dei diritti di abitazione. In realtà, possono accedere alle detrazioni anche i familiari dei proprietari (fino al terzo grado di parentela), purché siano conviventi. Una possibilità in più, questa, che consente di risolvere alla radice il problema dell’incapienza. Ovviamente, la condizione necessaria è che l’eventuale parente si sobbarchi delle spese di ristrutturazione.

Per il resto, dal momento che l’argomento è abbastanza complicato, il consiglio è di affidarsi a un esperto, che può essere il progettista stesso o anche il commercialista.

Ricordatevi, poi, che solo una determinata classe di interventi può essere oggetto di detrazioni. Sono escluse, per esempio, le opere di pura manutenzione o le ristrutturazioni leggere. Per una lista completa rimandiamo al sito dell’Agenzia delle Entrate.

Di seguito, affrontiamo il capitolo agevolazioni detrazione per detrazione, rispondendo quindi alla domanda“ristrutturazione casa quanto si recupera?”.

 

Le ristrutturazioni semplici

In questa categoria rientrano tutti gli interventi di ristrutturazione pesante i quali, però, non producono miglioramenti sensibili dal punto di vista energetico né tantomeno sismico. Ovvero, non determinano un aumento della classe di efficienza energetica o della classe di rischio sismico degli immobili.

In questo caso, il tetto per le detrazioni è stabilito in 96.000 euro, che è una cifra ottima, difficilmente raggiungibile per un singolo appartamento. L’aliquota delle detrazioni è pari a 50%. Dunque, è possibile recuperare metà delle spese.

 

L’Ecobonus

In questa categoria rientrano gli interventi che riqualificano energeticamente gli immobili. Per esempio, l’installazione del classico cappotto termico, o anche solo l’installazione di una pompa di calore.

Ebbene, anche in questo caso il tetto di spesa è molto alto, e nello specifico raggiunge i 100.000 euro. La detrazione è regolata da una aliquota elevatissima, pari al 65%. In pratica, è possibile rientrare quasi dei due terzi delle spese.

 

Il Sisma Bonus

La questione in questo caso si complica, dal momento che il legislatore ha stabilito ben 4 aliquote diverse, a seconda del grado di miglioramento e dal tipo di committenza. Premesso che il limite di spesa è fissato a 96.000 euro (per ogni committente), ecco una panoramica delle aliquote.

 

  • 70%. Se l’intervento è effettuato su una casa singola e determina il miglioramento di una classe di rischio sismico.

 

  • 75%. Se l’intervento è effettuato su una casa singola e determina il miglioramento di due classi di rischio sismico.

 

  • 80%. Se l’intervento è effettuato sulle parti comuni di un condominio e determina il miglioramento di una classe di rischio sismico.

 

  • 85%. Se l’intervento è effettuato sulle parti comuni di un condominio e determina il miglioramento di tre classi di rischio sismico.

 

Il bonus mobili

Infine, trattiamo il bonus mobili. Esso consiste nella possibilità di detrarre parte della spesa per l’acquisto di immobili. Il limite in questo caso è di 10.000 euro e l’aliquota è comunque alta, al 50%.

L’unica condizione veramente limitante consiste nella possibilità di accedere a questo bonus solo nell’ambito di lavori di ristrutturazione per cui si è già richiesta l’agevolazione. Insomma, se acquistate i mobili così, d’amblè, non potrete detrarre nulla.

 

 

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