Ristrutturare casa ad uso promiscuo

Ristrutturare casa ad uso promiscuo: ecco come fare

Ristrutturare una casa ad uso promiscuo: quali interventi dovrebbero essere realizzati? Com’è disciplinata dal punto di vista fiscale?

 

 

Queste domande se le pongono quanti, per motivi professionali, si trovano a vivere in appartamenti a uso promiscuo che hanno bisogno di qualche modifica, di ammodernamento o semplicemente un intervento per la risoluzione di un guasto. 

Ne parliamo in questo articolo, offrendo una panoramica sulle abitazioni a uso promiscuo, elencando alcuni interventi che andrebbero realizzati e descrivendo, soprattutto, il rapporto con il complesso tema delle agevolazioni fiscali. Infatti è proprio da questo punto di vista che si segnalano alcune (inaspettate) buone notizie per ristrutturare casa.

 

Cos’è una casa ad uso promiscuo?

Le abitazioni ad uso promiscuo, per quanto il termine non dica granché alle categorie non interessate, sono tutt’altro che rare. Anzi, è molto probabile che, pur non vivendoci, ci abbiate messo piede. Si definisce abitazione a uso promiscuo un’abitazione che viene utilizzata per un duplice scopo: residenziale o professionale.

Il riferimento, a questo punto molto chiaro, è a quegli appartamenti che contengono anche uno studio, un luogo di lavoro, dove poter svolgere le proprie attività e ricevere i clienti. Dal punto del vista del cliente, sia chiaro, cambia poco dal momento che l’aspetto è in genere asettico per non dare l’idea di “rusticità”, dunque è probabile che non vi siate accorti che il luogo dove un commercialista o un avvocato vi hanno accolti era anche una casa.

Ad ogni modo, le abitazioni ad uso promiscuo sono tipiche in particolar modo di alcune categorie professionali. In genere, vivono in case ad uso promiscuo quei professionisti il cui lavoro non necessita di un laboratorio, ma semplicemente di una scrivania e qualche suppellettile. E

’ il caso dei già citati avvocati e commercialisti, ma lo stesso si può dire di alcune nuove professioni, come quelle legate al digitale. Un social media manager, per esempio, non ha bisogno altro che di una scrivania, una sedia, qualche suppellettile e soprattutto di una buona connessione. Insomma, i lavori intellettuali.

Le abitazioni ad uso promiscuo si addicono poco, invece, a chi esercita attività che prevedono la trasformazione di materie prime, artigianato compreso. In questo caso, il “caos” dell’attività lavorativa poco si addice alla quiete di casa.

Le abitazioni ad uso promiscuo sono ben disciplinate dall’ordinamento italiano, anche se spesso si pongono a cavallo tra due materie fiscali. Tuttavia questa dinamica, anziché penalizzare, apre degli scenari molto favorevoli.

 

Una classica casa ad uso promiscuo.

 

Gli interventi più adatti per una casa ad uso promiscuo

Prima di trattare il tema fiscale, è bene focalizzarsi sulla ristrutturazione di una casa ad uso promiscuo da un punto di vista prettamente edilizio. Quali sono gli interventi che andrebbero realizzati? In primis, dipende dall’obiettivo: trasformare una casa normale in una casa ad uso promiscuo, o semplicemente intervenire su una casa che già prevede un uso promiscuo.

Nel primo caso, dovreste agire in particolare sulla questione isolamento. In primis termico dal momento che nei locali adibiti a luogo di lavoro dovrete passarci comunque otto ore al giorno (in media). Secondariamente, acustico. Questo è un aspetto molto importante dal momento che il luogo di lavoro richiede una certa tranquillità, specie in presenza di clienti. Dunque dovreste sostituire i serramenti e applicare degli interventi finalizzati all’isolamento acustico (il poliuretano espanso può essere una buona idea).

Una classe di interventi che coinvolge entrambi i casi (abitazione da adibire a uso promiscuo e abitazione già adibita a uso promiscuo) è quella sulle finiture. L’obiettivo dovrebbe essere conferire al locale un aspetto professionale, adeguato certo allo svolgimento dell’attività lavorativa, ma anche alla ricezione dei clienti. Dunque è probabile che dovrete sostituire, oltre ai già citati serramenti, anche i rivestimenti e il pavimento, senza contare gli interventi sul lato dell’arredamento.

 

ll carico fiscale e le detrazioni per la ristrutturare una casa ad uso promiscuo

E adesso veniamo al piatto forte, ovvero alla disciplina fiscale. Ebbene, da questo punto di vista ci sono davvero delle belle notizie, sebbene queste non riguardino la totalità dei casi. In estrema sintesi, è possibile in linea teorica ma spesso anche pratica, usufruire di una doppia detrazione. 

La prima va inquadrata nel tema delle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, che prevedono una detrazione IRPEF di una parte della spesa, da dividere per dieci periodi di imposta. E’ possibile accedere solo se la ristrutturazione “non è leggera”, e prevede percentuali detraibili piuttosto varie.

Se la ristrutturazione è classica, si può detrarre il 50% della spesa, se la ristrutturazione causa un efficientamento energetico, si può detrarre il 65%. Ci sono altri casi riguardanti gli adeguamenti sismici, ma in genere non riguardano la fattispecie degli appartamenti a uso promiscuo.

A questa agevolazione se ne aggiunge l’altra, ovvero la deduzione dal reddito professionale. Si parla, appunto di deduzione, e quindi della sottrazione dal reddito imponibile di una parte delle spese, se queste riguardano l’esercizio della professione. Nello specifico, si può dedurre il 50% della spesa per ristrutturazione. In questo caso si segue il principio di cassa, ovvero si deve dedurre in una unica soluzione, e nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui è stata sostenuta la spesa. 

Per accedere a questa importante opportunità, però, il professionista deve vantare tre requisiti.

 

  • Deve operare non in regime forfettario, dal momento che tale regime esclude la possibilità di dedurre le spese (di qualsiasi tipo, non solo per gli interventi edilizi).

 

  • Il professionista non deve possedere nello stesso Comune un altro immobile adibito all’esercizio professionale.

 

  • Inoltre l’intervento non deve essere finalizzato all’aumento del valore dell’immobile. Dunque, sono soggetti alla deduzione le spese per interventi di rinnovo della pavimentazione, ma non quelle sostenute per applicare dei pannelli fotovoltaici.

 

In buona sostanza, i professionisti che lavorano e vivono in abitazioni ad uso promiscuo possono accedere a due tipologie di agevolazione, una detrazione sull’IRPEF e una deduzione sul reddito imponibile. Il risparmio, dunque, è davvero elevato.

 

 

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