Il certificato di conformità dell'impianto idraulico è un documento obbligatorio.

Certificato di conformità impianto idraulico: cos’è, quanto costa, quando è obbligatorio

In questo articolo offriamo un’ampia panoramica del certificato di conformità dell’impianto idraulico, ufficialmente noto come “Dichiarazione di Conformità dell’impianto idraulico”. La questione è più complessa di quanto si possa immaginare, in particolar modo per quel che concerne l’obbligatorietà. 

 

 

Spiegheremo come si ottiene, a chi ci si deve rivolgere, presenteremo la normativa di riferimento, illustreremo i costi e forniremo informazioni importanti circa le sanzioni.

 

Un focus sul certificato di conformità dell’impianto idraulico

Il significato e le finalità del certificato di conformità per l’impianto idraulico, o Dichiarazione di Conformità per essere più precisi, sono lapalissiani. Molto banalmente, stiamo parlando di un documento che attesta il rispetto delle norme di efficienza e sicurezza da parte dell’impianto idraulico.

A queste norme è legato il concetto di abitabilità di un immobile, dunque si può ben intuire la sua importanza. Ciononostante, solo di recente è stato reso “necessario”, anzi obbligatorio. Per giunta, è obbligatorio solo in certi casi, ovvero per tutte le modifiche e le nuove installazioni avvenute dopo l’entrata in vigore del Decreto Ministeriale n.37 del 22 gennaio 2008.

In buona sostanza, non vi è alcun obbligo di detenere il certificato/dichiarazione di conformità se si è proprietari di un immobile costruito prima del 2008, e nel frattempo non sono state apportate modifiche di un certo peso all’impianto stesso. 

Tuttavia, il legislatore ha disciplinato anche in questi casi. Nella fattispecie, il certificato è sostituito dalla Dichiarazione di rispondenza, altrimenti detta DIRI, che è un documento molto più “leggero” e che non impone interventi diagnostici invasivi sull’impianto stesso. 

Per quanto concerne la questione del “chi”, ovvero della figura chiamata a redigere e rilasciare questi documenti, occorre fare una distinzione.

 

  • In caso di realizzazione ex novo di un immobile, sarà l’impresa edile che ha costruito l’impianto a rilasciare il certificato di conformità dell’impianto idraulico.
  • Nel caso di ristrutturazione pesante, di nuovo, sarà l’impresa edile responsabile dell’intervento a redigere il certificato.

 

Nel caso di richiesta “slegata” da qualsiasi intervento, è “sufficiente” un impiantista regolarmente iscritto all’Albo da almeno cinque anni.

Ovviamente, il doppio requisito dell’iscrizione all’albo e dei cinque anni di esperienza deve essere posseduto anche dal tecnico delegato dall’impresa che ha eseguito la costruzione o la ristrutturazione.

 

Come si richiede e si elabora il certificato di conformità dell’impianto idraulico

Il proprietario di casa, ovviamente, non ha voce in capitolo nell’elaborazione del documento. Tuttavia, è bene conoscere contenuti e procedure, in modo da avere tutto sotto controllo, oltre che per conoscenza personale.

La Dichiarazione di Conformità deve contenere informazioni dettagliate sulla tipologia dell’impianto, sui materiali utilizzati, sul disegno dell’impianto stesso. Inoltre deve contenere riferimenti alla normativa e la dimostrazione plastica del rispetto dei requisiti di efficacia e sicurezza.

Nondimeno, contiene allegati particolari, come il progetto (obbligatorio solo in caso di immobili di una certa dimensione), informazioni circa l’impiantista e il certificato di iscrizione alla Camera di Commercio dell’impresa che ha effettuato i lavori. 

Per quanto concerne la Dichiarazione di Rispondenza, invece, si segnala una certa semplificazione. Il nucleo informativo è intatto. Non manca, per esempio, la verifica del rispetto dei requisiti.

In compenso mancano alcuni allegati. Per esempio, non è necessario apporre il progetto, bensì è sufficiente lo schema. Inoltre, il documento è esente dai riferimenti all’impresa che ha costruito l’impianto. 

 

Quanto costa il certificato di conformità impianto idraulico?

La questione dei costi è piuttosto complicata. Di norma, l’elaborazione e il rilascio del certificato di conformità per l’impianto idraulico avvengono contestualmente alla costruzione o alla ristrutturazione dello stesso. E’ inserita nello stesso “pacchetto”, dunque non è semplice isolare la voce.

Il discorso cambia se si parla della Dichiarazione di Rispondenza, che viene richiesta sempre al di fuori di qualsiasi intervento. La buona notizia è che il costo non è affatto eccessivo e, nella maggior parte dei casi, è inferiore a quello del famoso Attestato di Prestazione Energetica, che è richiesto più frequentemente.

Va detto, però, che il costo varia a secondo delle dimensioni dell’immobile e, di conseguenza, dell’impianto. In media, però, la spesa non raggiunge i 200 euro. Solo in casi eccezionali, ovvero di impianti abnormi e complessi, può sfiorare i 500 euro.

 

Perchè sia in regola un impianto idraulico deve essere dotato del certificato di conformità.

 

Ovviamente, si segnala una certa variabilità legata all’approccio del certificatore. Alcuni sono esigenti, e altri meno. Sta a voi individuarne uno competente, rapido e se possibile conveniente. Non dovreste avere difficoltà a tal proposito, se utilizzate gli strumenti giusti (es. piattaforme di confronto preventivi).

 

Le sanzioni

Che succede se non si possiede né la Dichiarazione di Conformità (nel caso di immobili costruiti o ristrutturati dopo il 2008) né la Dichiarazione di Rispondenza (nel caso di immobili costruiti o ristrutturati prima del 2008)? Ebbene, il proprietario potrebbe subire delle conseguenze, ma non di tipo pecuniario, o non direttamente tali. 

In buona sostanza, l’immobile è incommerciabile, e nel caso in cui si procedesse con il rogito ci si esporrebbe ad azioni da parte del compratore (nel caso venisse tenuto all’oscuro di questa mancanza). Tuttavia, è in genere il notaio a invitare al rispetto dei requisiti documentale, e dunque a “imporre” la richiesta da parte del venditore della relativa certificazione.

Per quanto concerne le sanzioni vere e proprie, esse coinvolgono l’impresa che ha realizzato o ristrutturato l’impianto e, per incuria o per volontà, non ha rilasciato il documento. Ebbene, in questo caso la sanzione varia da 100 ai 1000 euro.