Il certificato di conformità dell'impianto elettrico è un documento in molti casi obbligatorio.

Certificato di conformità dell’impianto elettrico: funzioni, caratteristiche, costi

Il certificato di conformità dell’impianto elettrico è un documento fondamentale in quanto, come suggerisce il suo stesso nome, attesta il rispetto di alcuni criteri di sicurezza e di efficienza da parte dell’impianto elettrico. Inoltre, la sua assenza può cagionare conseguenze niente affatto gradevoli, dal punto di vista pecuniario e non.

 

 

Ne parliamo in questo articolo, fornendo una panoramica su questo documento, elencando le caratteristiche, i casi in cui va presentato, i costi per il suo ottenimento e qualche informazione circa le sanzioni.

 

 Un focus sul certificato di conformità impianto elettrico

In realtà, il certificato di conformità dell’impianto elettrico non esiste. Infatti, questa espressione ha origini gergali e non corrisponde a quella ufficiale. Infatti, quando si fa riferimento a questo documento andrebbe utilizzato il termine “Dichiarazione di Conformità”.

Ad ogni modo, si tratta di un documento che certifica il possesso da parte dell’impianto elettrico di requisiti tali da porlo all’interno del perimetro della Legge. La questione riguarda ovviamente la sicurezza in prima battuta, e l’efficienza in seconda.

La Dichiarazione di Conformità, o certificato di conformità dell’impianto elettrico che dir si voglia, viene rilasciato dalla ditta che ha installato l’impianto o l’ha modificato. In quest’ultimo caso, il documento non riguarderà l’impianto, bensì le sole parti modificate.

Ovviamente, queste due tipologie di documento si differenziano non solo per il contenuto, ma anche per i costi. Come sicuramente avrete già intuito, la dichiarazione di conformità, per così dire, integrativa costa molto di meno.

Ad ogni modo, la dichiarazione di conformità non impone una spesa eccessiva. Si parla infatti, di qualche centinaia di euro, poco in confronto a quelle che sono le voci di costo più importanti, e che richiedono una particolare attenzione: l’installazione di nuovi impianti o la semplice modifica di un impianto esistente. 

La dichiarazione di conformità va presentata, o per meglio dire allegata, in questi casi.

  • Allaccio delle utenze.
  • Richiesta del certificato di agibilità.
  • Compravendita, locazione, donazione, cessione di un immobile mediante rogito notarile.
  • Richiesta del nulla osta per la prevenzione degli incendi (questa casistica riguarda solo gli immobili a uso commerciale).

 

La normativa di riferimento per il certificato di conformità dell’impianto elettrico

Dal punto di vista della normativa, il legislatore è entrato nei dettagli e ha utilizzato un approccio piuttosto certosino. Anche perché non si dovrebbe parlare di normativa di riferimento, pensi di… normative.

Nello specifico, il documento è disciplinato dalla Legge n. 46 del 1990, a cui ha fatto seguito il Decreto Ministeriale n. 37 del 2008.

Quest’ultimo, in particolare, sancisce l’obbligo di certificazione tanto per gli immobili a uso pubblico quanto per quelli a uso privato.

Un punto importante riguarda gli immobili costruiti in una data antecedente all’obbligo. In questo caso, è sufficiente procedere con l’elaborazione della Dichiarazione di Rispondenza, un documento molto più leggero ma che, in questi casi specifici, gode del medesimo valore legale.

Il Decreto Ministeriale del 2008, tra le altre cose, ha sgomberato il campo da alcuni dubbi riguardanti la questione dei rogiti.

In primis, ha ribadito l’obbligo di presentare la Dichiarazione di conformità contestualmente al rogito stesso. Allo stesso modo, ha decretato l’impossibilità che i rogiti privi di Dichiarazione di Conformità vengano dichiarati nulli. Il vulnus legislativo è stato colmato con l’obbligo di dichiarare, nell’atto stesso, l’impegno all’adeguamento dell’impianto elettrico o, in alternativa,  nel caso in cui si lasciasse l’onere all’acquirente, di concedere uno sconto sul prezzo.

 

La realizzazione di un impianto elettrico con rilascio del certificato di conformità.

 

Cosa contiene il certificato di conformità impianto elettrico

Il certificato di conformità dell’impianto elettrico o, per meglio dire, la dichiarazione di conformità deve contenere riferimenti espliciti ad alcuni elementi, in modo che possa emergere chiaro il rispetto dei requisiti di sicurezza ed efficienza. Nello specifico, la certificazione deve essere corredata dai seguenti allegati:

 

  • Progetto dell’impianto, nel caso in cui l’immobile oltrepassasse una certa metratura.
  • Mappa dell’impianto.
  • Relazione tipologica.
  • Lista e descrizione dei materiali impiegati.
  • Certificato che attesti l’iscrizione alla Camera di Commercio della ditta che ha installato o modificato l’impianto.

 

Certificato di conformità impianto elettrico: le sanzioni

Come già accennato, non è assolutamente conveniente né moralmente etico disattendere gli obblighi riguardanti il certificato di conformità per l’impianto elettrico. In primis, perché ciò potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza degli individui, in secondo luogo perché ci si esporrebbe a conseguenze “pratiche” importanti.

Per esempio, se si vende un immobile privo del certificato, ma non si fa alcuna menzione di tale assenza, il venditore può agire contro l’ex proprietario. Non già per richiedere l’annullamento, che come abbiamo visto è precluso, ma per chiedere un risarcimento che ovviamente va oltre la spesa necessaria alla redazione della Dichiarazione di Conformità.

Ad ogni modo, l’ex proprietario che vende immobile in assenza di certificato è responsabile penalmente e civilmente delle conseguenze derivanti dal malfunzionamento dell’impianto stesso. 

Per quanto concerne le sanzioni vere e proprie, in realtà esse sono rivolte esclusivamente alla ditta che, per noncuranza, omette la redazione della dichiarazione di conformità. In questo caso,  la sanzione comminata va dai 100 ai 1.000 euro, a seconda della complessità e della grandezza dell’impianto.