Cosa sapere e come fare per il recupero e la ristrutturazione del sottotetto.

Recupero del sottotetto: come fare e cosa sapere

Il recupero del sottotetto è una pratica che consente di ristrutturare il sottotetto modificandone la funzione. E’ un’idea ingegnosa per riutilizzare questo importante elemento architettonico e incidere positivamente sull’esperienza abitativa. Attorno a questo intervento gravitano però alcuni fraintendimenti, soprattutto in merito alla normativa.

 

 

Perché recuperare il sottotetto?

Il recupero del sottotetto è uno degli interventi più richiesti in assoluto. D’altronde, al costo di una spesa tutto sommato accettabile, apporta numerosi benefici all’esperienza abitativa e, di fatto, aumenta la superficie calpestabile dell’immobile. L’intervento è in un certo senso incoraggiato dal legislatore, pur in una prospettiva di totale rispetto delle normative di sicurezza e abitabilità.

Ma cosa si intende per recupero del sottotetto? Con questa espressione si indicano quegli interventi che consentono di trasformare il sottotetto in un locale abitabile. Secondo alcuni, nella categoria rientrerebbero anche gli interventi finalizzati alla semplice ristrutturazione del sottotetto, ma è una definizione solo parzialmente adeguata. Fermo restando, che il sottotetto è un locale fondamentale anche quando non è abitabile, o non può esserlo.

Recuperare il sottotetto, e conferire ad esso un carattere di abitabilità, reca con sé molti vantaggi. Di certo, l’esperienza abitativa migliora, in quanto si fregia della presenza di un locale in più, che magari può essere adibito a piccola mansarda. Essa può essere impiegata per ottenere dei posti letto, piuttosti che degli studioli.

Un altro vantaggio coinvolge l’aspetto economico. Quando si recupera un sottotetto, di fatti si aumenta la superficie calpestabile di un immobile. Esso, dunque, subisce una rivalutazione del prezzo. Non un dettaglio di poco conto, soprattutto se lo scopo è monetizzare la proprietà, vendendo l’immobile o affittandolo.

 

Come intervenire sul sottotetto

Le attività di recupero del sottotetto negli ultimi tempi hanno subito un’evoluzione, ponendo in essere paradigmi anche complessi, tutti finalizzati a una implementazione dell’esperienza abitativa.

Oggi, grazie al recupero del sottotetto, anche gli spazi tecnicamente più angusti possono acquistare una spiccata abitabilità, fino a esprimere un grado elevato di funzionalità e design. Di norma, al netto delle limitazioni imposte dalla normativa, si punta a ricavare dal sottotetto:

 

  • Uno spazio abitabile vero e proprio. In questo caso, si predilige l’installazione di arredi fissi e ripostigli, magari a muro, in modo da ottimizzare lo spazio e utilizzare anche gli “anfratti”, peraltro numerosi in uno spazio come il sottotetto.

 

  • Un terrazzino, in corrispondenza di una parete esterna. Di norma, si opta per questa soluzione per questioni di ulteriore vivibilità e per mantenere una luminosità sufficiente.

 

  • Un abbaino, per garantire una illuminazione sempre all’altezza degli standard. Per il motivo di cui sopra. L’abbaino è spesso una soluzione di comodo quando lo spazio e la struttura non consentono la costruzione dei terrazzini. Stesso discorso, ovviamente, per i lucernari.

 

Di norma, il recupero del sottotetto non rappresenta una sfida difficile dal punto di vista architettonico ed edile. Le uniche vere difficoltà riguardano le condizioni “climatiche” dello spazio recuperato, ovvero la capacità di mantenere adeguati parametri atmosferici (temperatura, umidità etc.).

Dunque, la coibentazione rappresenta una parte fondamentale delle attività di recupero, soprattutto se si pensa alle dinamiche di tipo strutturale: il sottotetto è giocoforza soggetto alle intemperie più di qualsiasi altro locale.

Certo, c’è da considerare anche il costo di questi interventi. Come abbiamo accennato, la spesa è equilibrata, ma ciò non significa che sia leggera. Allo stesso tempo, va segnalata una certa variabilità, data dal tenore degli interventi e anche dal margine di discrezione che imprese e professionisti si riservano (in maniera del tutto legittima).

 

Un'idea per il recupero e la ristrutturazione di un sottotetto.

 

Ad ogni modo, per progetti che coinvolgono immobili di media grandezza, sì completi ma anche “standard” in quanto ad elementi e finiture, siamo sulla decina di migliaia di euro.

 

Cosa dice la normativa

Il più grande ostacolo al recupero del sottotetto rimane la normativa. Infatti, non è sempre possibile procedere con gli interventi e il motivo risiede proprio in una normativa stringente, volta a garantire la massima sicurezza.

Ciò è esacerbato dall’eterogeneità delle regole, che certo partono da una base “nazionale” ma che si declinano in modo differente, quasi Regione per Regione. Dunque, il consiglio è di prestare attenzione alle leggi regionali, nonché ai vari “piani casa” emanati negli ultimi anni.

Possiamo comunque prendere come riferimento la normativa della Lombardia. Essa impone alcuni requisiti, e per le località urbane e per quelle montane.

Per le località urbane è necessario che il sottotetto abbia:

 

  • Un’altezza minima di 1,50 metri.
  • Un’altezza media di 2,40 metri.
  • Superfici aeroilluminanti pari a un ottavo della superficie calpestabile.

 

Per le località montane è necessario che il sottotetto abbia:

 

  • Un’altezza minima di 1,50 metri.
  • Un’altezza media di 2,10 metri.
  • Superfici aeroilluminanti pari a un ottavo della superficie calpestabile.

 

A chi rivolgersi per il recupero del sottotetto? Di base, qualsiasi impresa edile specializzata anche in interventi strutturali è in grado di offrire un servizio di recupero del sottotetto. Tuttavia, occorre prestare attenzione anche alle questioni relative all’architettura e al design. Infatti, la resa del sottotetto “recuperato” è suscettibile delle capacità del designer di sfruttare adeguatamente tutti gli spazi, e individuare soluzioni a volte ingegnose.

In ogni caso, il consiglio è di prestare attenzione alla scelta delle imprese edili e dei professionisti. Puntare al risparmio è un obiettivo nobile, ma non deve mettere in secondo piano la qualità e la competenza.