Ristrutturare casa e tetto.

Ristrutturare casa e tetto: le alternative a disposizione

Ristrutturare casa e tetto sono spesso due facce della stessa medaglia. Il tetto, infatti, è spesso oggetto di modifica, vista l’importanza che ricopre per l’esperienza abitativa.

 

 

La questione è però molto complessa in quanto il tetto è un elemento in realtà delicato, che esercita funzioni strutturali e che, se danneggiato, può addirittura mettere a rischio l’incolumità delle persone.

In questo articolo affrontiamo l’argomento ristrutturare casa e tetto, elencando i casi in cui un intervento si rende necessario, nonché le alternative a disposizione dei proprietari di casa.

 

Perché intervenire sul tetto

Il tetto è l’elemento di un immobile che più di tutto è soggetto agli agenti atmosferici, siano essi la pioggia, la neve o semplicemente l’aumento delle temperature nei mesi caldi dell’anno. Dunque, per quanto sia costruito per durare e resistere, può andare incontro ad usura. Se non è mai stato ristrutturato o, peggio, ha subito le conseguenze di un evento sismico, può risultare così danneggiato da porre in essere un rischio per le persone che abitano nell’immobile. 

I danni, in genere, riguardano la copertura, sicché si può procedere anche con interventi leggeri, di manutenzione più che di ristrutturazione. In altri casi i danni sono più seri ed è necessario ricorrere a interventi di tipo strutturale. 

Ovviamente, si segnalano motivi anche meno urgenti per ristrutturare un tetto. Per esempio, la volontà di riqualificare l’immobile dal punto di vista energetico, iniziativa che passa per una modifica del tetto o una sua sostituzione vera e propria. In questo caso, va detto, i costi lievitano notevolmente, sebbene la spesa possa essere recuperata attraverso il risparmio in bolletta che si accumula nel corso del tempo. 

 

La questione della copertura

Quando si parla di ristrutturare casa e tetto, in genere, si fa riferimento alla sola copertura. D’altronde, la stragrande maggioranza dei danni riguarda proprio la copertura. In questo caso le alternative sono due: o mantenerla, e agire chirurgicamente solo sulle lesioni; o tagliare la testa al toro e sostituirla, magari con materiali che siano allo stesso tempo più solidi ed efficienti dal punto di vista energetico. 

Generalmente, i tetti hanno due tipologie di copertura: con guaina o in laterizio. Nel primo caso sarà sufficiente “ristendere” la guaina, sia essa liquida o solida. Nel terzo caso l’intervento è più complesso, in quanto si dovranno sostituire i coppi danneggiati uno ad uno, o provvedere a una sostituzione più estesa. 

Per inciso, le guaine garantiscono un isolamento termico migliore, ma potrebbero lasciare a desiderare esteticamente parlando. Di contro, un tetto in laterizio genera un impatto visivo più gradevole ma risulta spesso inefficiente sotto il profilo energetico. 

 

Ristruttuare casa e tetto: posa delle membrane impermeabilizzanti.

 

Il tetto ventilato

Come abbiamo già anticipato, ristrutturare casa e tetto vuol dire spesso procedere con una completa sostituzione, dunque intervenendo in maniera drastica. Ciò può avvenire a causa di un danno molto esteso oppure per motivazioni più tecniche, come la volontà di riqualificare l’immobile dal punto di vista energetico. In questo caso il proprietario ha a disposizione due alternative: il tetto ventilato e il tetto non ventilato. In questo paragrafo parleremo proprio del tetto ventilato.

Con il termine tetto ventilato si intende una tipologia abbastanza recente, che consente di evitare la comparsa di muffe o l’aumento dell’umidità, portando a un miglioramento dell’esperienza abitativa. 

Il principio su cui si basa il tetto ventilato è abbastanza semplice. Tra il tetto e l’immobile vero e proprio viene realizzata una intercapedine, che ha la funzione di consentire il passaggio dell’aria. In tal modo non ristagna, non si trasforma in vapore acqueo e non produce umidità. La riduzione dell’umidità, inoltre, è propedeutica a una maggiore capacità dell’immobile di mantenere costante la temperatura e ottimali le condizioni dei locali. 

Il tetto ventilato ha un costo superiore all’alternativa (di cui parleremo tra poco), ma genera benefici che si protraggono nel tempo, e si concretizzano in un risparmio in bolletta. 

 

Il tetto non ventilato

L’alternativa al tetto ventilato… E’ il tetto non ventilato. Con questa espressione si indicano, in realtà, i “tetti normali”, quelli che di norma vengono realizzati quando si costruisce un immobile. La differenza con l’alternativa che abbiamo descritto nel paragrafo precedente è l’assenza dell’intercapedine. In questo modo l’aria che si infiltra tra il tetto e il resto dell’immobile non riesce a scorrere, si addensa e produce vapore acquo, causando successivamente un aumento dell’umidità che può portare alla comparsa di muffe. 

Realizzare un tetto non ventilato è costoso ma lo è molto meno del tetto ventilato. Si parla comunque di svariate migliaia di euro. Ovviamente ciascun immobile è un caso a sè, ma è bene fornire qualche informazione sulla spesa, in modo da rendere l’idea.

Va detto, comunque, che è possibile accedere alle agevolazioni per le ristrutturazioni edilizie, se si rispettano alcuni requisiti. Informatevi anche a questo proposito.

 

I permessi per intervenire sul tetto

La questione dei permessi è sempre una fonte di stress. Lo è la burocrazia in generale, che non è affatto tenera con chi richiedere per la sua abitazione interventi di ristrutturazione più o meno pesanti. Il consiglio è di non agire mai da soli, bensì di affidarsi a un esperto. La quantità di documenti da presentare e di regole da rispettare è così elevata da rendere davvero problematico il fai da te, almeno per la media dei proprietari di casa. Professionisti quali i geometri, gli architetti e gli ingegneri possono offrire un buon contributo.

Ad ogni modo, il titolo abilitativo da ottenere per poter ristrutturare un tetto è la SCIA, Segnalazione Certificata di Inizio Attività, a meno che gli interventi non riguardino solo la copertura. In questo casi si è nel campo dell’edilizia libera, o sarà necessaria al massimo una CIL (Comunicazione di Inizio Lavori), se occorre montare delle impalcature. 

 

 

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