Ristrutturare casa con open space

Ristrutturare casa con open space: tutto ciò che c’è da sapere

Ristrutturare casa con open space: cosa bisogna sapere se si intende smantellarlo o, di contro, realizzarlo? L’open space è una modalità di gestione degli ambienti che si è fatta largo negli ultimi anni, che segnala una marcata evoluzione nei gusti abitativi.

 

 

E’ anche un elemento che incide profondamente sull’esperienza abitativa, in un certo senso modifica abitudini e stili di vita, proiettandoli verso un approccio che privilegia la condivisione, più che la privacy.

In questo articolo affrontiamo l’argomento ristrutturare casa con open space, fornendo indicazioni di natura tecnica e burocratica utili sia a chi vuole creare un open space sia a chi, di contro, vuole smantellarlo.

 

Cos’è un open space

Un open space è esattamente quello che suggerisce il nome: uno spazio aperto. O, per meglio dire, un locale molto spazioso, che accorpa le funzioni di più stanze. In genere gli open space accorpano la cucina, la sala da pranzo e il salotto (o zona living, che dir si voglia) ma non si escludono altre soluzioni. L’open space è in voga da almeno qualche decennio, sebbene forme “arcaiche” di open space abbiano sempre fatto parte dell’edilizia civile e residenziale. 

Chiaramente, è un concetto che prende le misure, almeno da un punto di vista semantico, dall’abitudine di alcuni responsabili di azienda di non riservare stanze separate per ciascun dipendente o per ciascuna unità, ma assegnare a tutti il medesimo luogo di lavoro, il medesimo ufficio, sia per risparmiare sia – soprattutto – per trasformare i locali adibiti all’esercizio della professione in uno spazio sociale.

Per quanto riguarda l’edilizia residenziale, l’open space esercita una funzione simile, pur partendo da presupposti diversi. Lo scopo dell’open space è duplice: da un lato recuperare spazio dalla rimozione delle pareti; dall’altro introdurre una diversa fruizione dell’abitazione, più incentrata alla condivisione. Ovviamente, conseguenze (positive) si segnalano anche dal punto di vista estetico, vista la percezione di maggiore spaziosità, che potrebbe essere sinonimo di eleganza e comodità, se valorizzata da un arredamento ad hoc. 

 

Come si realizza un open space 

Realizzare un open space è più semplice di quanto si possa pensare, in un caso almeno. Ovvero nella fattispecie in cui non è necessario adattare gli impianti, siano essi elettrici o idrici. Se questo tipo di lavoro è superfluo, è sufficiente demolire le pareti interne e provvedere all’arredamento. 

Ovviamente, la creazione di un open space è vincolata a evidenze di tipo strutturale. Prima di procedere con l’abbattimento dei muri è necessario capire se ciò può essere fatto senza compromettere in alcun modo la sicurezza dell’edificio. Evidenze, queste, che devono essere raccolte e verificate dagli esperti.

Nel caso in cui si rende necessario un adattamento degli impianti, ecco che la creazione dell’open space si complica, imponendo opere murarie se possibile più pesanti.

Una parte fondamentale del lavoro, e che coinvolge entrambi i casi, riguarda il design, ovvero la gestione del “nuovo” ambiente dal punto di vista sia estetico che funzionale. Un discorso è arredare un salotto, una cucina o una sala da pranzo; ben altro paio di maniche è arredare un locale che deve assolvere a tutte e tre le funzioni. Il consiglio è di farsi accompagnare nella scelta dell’arredamento da un esperto in interior design. 

 

Casa ristrutturata con open space.

 

Come smantellare un open space

Analizziamo adesso l’altra faccia della medaglia, ovvero i casi in cui ristrutturare casa con open space vuol dire essenzialmente smantellarlo. Da un punto di vista più fattuale, questa azione consiste nella divisione dell’open space, ovvero nella creazione di più stanze. Anche qui, lo schema classico è la divisione del locale in cucina, sala da pranzo e salotto, ma le alternative possono essere numerose. 

Le difficoltà, nella fattispecie sono maggiori. Anche perché è necessario valutare un altro elemento, ovvero la luminosità. E’ assolutamente d’obbligo verificare anzitempo che le nuove stampe godano dell’accesso alla luce naturale, e dunque contengono la giusta quantità di finestre. Inoltre, è probabile che il passaggio da open space a due o tre locali richieda un’attività di adattamento degli impianti. 

Per quanto riguarda il design, il discorso è simile, per quanto arredare una stanza per volta sia più semplice che arredare uno spazio sui generis come l’open space. Anche in questo caso, però, il contributo di un esperto o di un interior design vero e proprio non guasta, anzi. 

 

Quali permessi per creare o smantellare un open space

La normativa sui permessi, una volta tanto, è abbastanza chiara. In genere gli interventi, stando alle definizioni del legislatore, si pongono a cavallo tra due categorie, rendendo poco chiaro il tipo di permesso necessario per operare in piena regole. Non è questo il caso. Tanto la creazione quanto lo smantellamento di un open space provocano modifiche alla planimetria poiché agiscono direttamente sulla gestione degli spazi. Dunque, è necessaria la CILA, Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata. Più che un permesso, è un titolo abilitativo in autodichiarazione. Ciò comporta una certa rapidità nell’esecuzione della pratica e un costo minore.

Ovviamente, tutto ciò vale solo se non vengono coinvolti in alcuna maniera elementi strutturali o se contestualmente alla creazione dell’open space non si operano modifiche della volumetria. In questi casi, sarà necessaria una SCIA o peggio ancora un Permesso di Costruire, che sono titoli ben più gravosi.

Ad ogni modo, la questione burocratica è complicata, e inoltre richiede la compilazione di moduli e l’elaborazione di progetti. Dunque, sarete comunque costretti a rivolgervi a un esperto, sia questi un architetto, un geometra o un ingegnere. Fate molta attenzione a scegliere il professionista e non limitatevi a cercare il più conveniente. Anche perché la responsabilità legale è sempre in campo al committente. 

 

 

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