Ristrutturare una casa d'epoca

Ristrutturare una casa d’epoca: gli interventi da realizzare

Ristrutturare una casa d’epoca è un’impresa molto complicata. Questo genere di appartamenti (più spesso ville) presentano infatti caratteristiche peculiari, che impongono una maggiore attenzione non solo in fase di esecuzione, ma anche di progettazione.

 

 

Particolari sono anche le esigenze delle case d’epoca, che spesso non coincidono con quelle delle “case normali”.

Ne parliamo in questo articolo, operando anche un focus sulle maggiori problematiche connesse alle case d’epoca e proponendo una lista di interventi (o categorie di interventi) che andrebbero presi in considerazione per ristrutturare casa. 

 

Una definizione di casa d’epoca

Non esiste una definizione univoca e ufficialmente riconosciuta di casa d’epoca. Il catasto, per esempio, non le assegna una categoria catastale. L’unico riferimento più o meno collegabile è la categoria di “abitazioni di tipo signorile”, che però non dicono nulla circa l’età dell’immobile stesso.

Dunque, viene in soccorso il senso comune. Possiamo definire casa d’epoca un’abitazione che presenta almeno due caratteristiche: è molto vecchia, essendo costruita almeno 80 anni fa; è realizzata secondo canoni architettonici ed estetici che richiamo a stili ormai in disuso.

Ovviamente si tratta di una definizione di massima, ma che può rappresentare una buona base di partenza per qualsiasi ragionamento riguardante gli interventi da realizzare. Prima di addentrarci in questa riflessione, è bene mettere le mani avanti: serve un approccio diverso rispetto alla progettazione degli interventi per abitazioni normali. La questione ruota attorno alle complesse esigenze che caratterizza una casa d’epoca. Ne parliamo nel prossimo paragrafo. 

 

I problemi legati alla ristrutturazione delle case d’epoca

Come già specificato, le case d’epoca vantano esigenze abbastanza particolari, che però si traducono quasi sempre in problemi da risolvere. Ecco una breve panoramica. 

 

  • Lo stato degli impianti. Le case d’epoca, se non sono state oggetto di ristrutturazione negli anni più recenti, richiedono sempre una verifica degli impianti. I motivi sono due: in primo luogo, perché semplicemente è passato del tempo, e anche il miglior impianto dopo qualche decennio di utilizzo va incontro a usura (o come minimo a una perdita di prestazioni). Secondariamente, perché altrettanto certamente le tecnologie sono entrate in obsolescenza. Insomma, rispetto a un impianto costruito qualche decennio fa, c’è sempre di meglio. 

 

Ristrutturare una casa d'epoca richiede alcune attenzioni particolari.

 

  • La particolare conformazione delle pareti. Questo è un problema poco intuitivo. Proprio in virtù di una tecnologia impiantistica non avanzata, in passato si preferiva agire sulla muratura, anche a costo di rubare spazio allo spazio abitabile. Il tutto, ovviamente, in una prospettiva di isolamento termico. Per questo motivo, nelle case d’epoca le pareti sono davvero spesse, in alcuni casi il doppio rispetto agli appartamenti moderni. Ciò pone in essere alcuni problemi di tipo operativo. Forare un muro così spesso, per esempio, può essere molto complicato.

 

  • Il rispetto dell’esistente. Ristrutturare una casa d’epoca vuol dire innanzitutto rispettarne la storia, l’estetica, l’espressione artistica di cui si fa portatrice. Insomma, almeno dal punto di vista esteriore, si dovrebbe restaurare piuttosto che modificare. Ciò pone in essere alcune problematiche di tipo tecnico: fin dove ci si può spingere nella ristrutturazione? Una domanda cruciale, e niente affatto scontata. Anche perché, se prendiamo ad esempio le finiture, non è affatto semplice replicarne fedelmente stili e approcci. 

 

  • I costi. E’ un aspetto innegabile: ristrutturare una casa d’epoca è costoso. In primis, perché in genere sono molto grandi. Secondariamente, perché occorre una delicatezza in più, e uno sforzo progettuale più intenso. 

 

Gli interventi di ristrutturazione delle case d’epoca

Di seguito, e in virtù dei problemi appena descritti, ecco alcuni degli interventi, o categorie di interventi, che andrebbero realizzati.

 

  • Rifacimento degli impianti. Ovviamente, è il primo intervento che va preso in considerazione. D’altronde, lo abbiamo detto: tutte le case d’epoca “lasciate a se stesse” hanno un problema con gli impianti: o sono vetusti, o non sono funzionanti o entrambe le cose. Si tratta anche di un intervento costoso, dal momento che bisogna interagire con una struttura muraria che poco ha a che vedere con gli appartamenti moderni. Inoltre, occorre stare attenti a non compromettere la resa estetico-artistica della casa d’epoca. 

 

  • Restauro delle finiture. Ristrutturare una casa d’epoca vuol dire spesso restaurare. Ciò riguarda soprattutto le finiture, che è poi quello che sancisce la vera identità di un’abitazione. Non restaurare ma semplicemente sostituire le finiture significa tradirne lo spirito e annullarne l’identità. Ovviamente, in alcuni casi è impossibile restaurare, e allora è necessario “rifare” con la massima fedeltà. Una soluzione non certo semplice, soprattutto quando le finiture assumono una dimensione artistica. 

 

  • Messa in sicurezza. Questo genere di interventi riguarda le case d’epoca abbandonate a se stesse, e che quindi hanno maturato problematiche di tipo strutturale. Se la situazione non è radicalmente compromessa, è possibile ottenere ottimi risultati. In ogni caso, le problematiche sono identiche alle “messe in sicurezza” di edifici di altro tipo. 

 

  • Valorizzazione dell’outdoor. Questo è forse l’aspetto più divertente. Molte case d’epoca vantano splendidi giardini, o comunque spazi all’aperto (magari terrazze) che possono essere sfruttate a dovere per garantirsi migliori momenti di socialità. In questo caso, occorre agire soprattutto sull’allestimento, o effettuare attività di recupero del verde, se si parla di giardini. Niente di particolarmente complicato, anzi l’unico elemento di difficoltà è solo quello creativo.