Capocantiere: chi è, cosa fa e quando serve

 

capocantiere

 

Attorno alla figura del capocantiere gravitano alcuni falsi convincimenti, soprattutto in merito alla questione dell’obbligatorietà. Nondimeno, appartiene non solo alla vita di cantiere ma anche all’immaginario collettivo. Dunque, è utile approfondirla, descrivere le sue mansioni, precisare i casi in cui la sua presenza è obbligatoria, definire il rapporto con il progetto, il direttore di cantiere e gli operatori.

 

Chi è il capocantiere

 

Il capocantiere, ufficialmente noto come “preposto” è quella figura che, nell’ambito del cantiere, coordina, monitora e dirige le attività degli operai. È quello che in gergo, soprattutto nel Sud Italia, viene definito “mastro”.

 

Nella stragrande maggioranza dei casi, a ricoprire questo ruolo è l’operaio più anziano tra quelli impiegati stabilmente nel cantiere. Viene nominato dall’appaltatore, ovvero dall’impresa edile che realizza gli interventi, ma si pone al servizio del direttore di cantiere, di cui è una specie di “secondo” o “vice”.

 

Il capocantiere dovrebbe essere scelto non solo in virtù della sua anzianità ma in quanto portatore di un valore aggiunto. In buona sostanza, dovrebbe possedere alcune specifiche competenze. Di certo, al capocantiere viene attribuita una spiccata capacità di leadership; una ben radicata abilità nel problem solving, necessaria visti i tanti imprevisti che caratterizzano la vita di cantiere; la padronanza dei principali meccanismi di gestione delle risorse umane. Nondimeno, deve essere dotato di una certa padronanza dell’elemento burocratico e amministrativo. La realizzazione del progetto, infatti, passa per la sua capacità di coordinamento.

 

Cosa fa il capocantiere

 

Nello specifico, quali sono le attività svolte dal capocantiere? Ebbene, la lista è lunga. Ecco una versione esaustiva:

 

  1. Compone le squadre di muratori e assegna i compiti
  2. Monitora il cantiere e vigila sul rispetto delle normative di sicurezza.
  3. Gestisce il lavoro dei muratori.
  4. Gestisce le forniture di materiali.
  5. Monitora i flussi di materiale in entrata e in uscita.
  6. Si coordina con il direttore di cantiere.
  7. Se delegato dai superiori, gestisce i contratti e le buste paga e monitora la spesa del budget.
  8. Dialoga con il cliente, di cui rappresenta il terminale più vicino e qualificato.
  9. Rappresenta l’azienda, anche a livello di immagine.
  10. Se necessario, motiva gli operai e li sostiene moralmente.

 

Insomma, le attività del capocantiere sono molteplici e soprattutto varie. Per quanto nei fatti la scelta ricada sempre sul “muratore più anziano”, è riduttivo ridurre questa figura al mero criterio anagrafico.

 

Quando è obbligatorio il capocantiere

 

Veniamo dunque a una delle questioni più spinose, ovvero l’obbligatorietà. Nominare il capocantiere è obbligatorio? Vi stupirà sapere che in genere no, la nomina non è un obbligo sancito dalla legge. Il concetto di nomina, poi, andrebbe rivisto, anche perché il legislatore non impone – sempre in via tendenziale – il conferimento formale di un incarico. È sufficiente che, d’accordo con il datore di lavoro, uno degli operai sia riconosciuto come capocantiere.

 

Tuttavia c’è un caso in cui la nomina del capocantiere è obbligatoria ovvero quando il cantiere, per risultare operativo, prevede l’installazione di ponteggi, come ai sensi del D.Lgs 81/2008. In quel caso, anche alla luce della pericolosità dello strumento, il capocantiere è assolutamente necessario. Al netto di questa peculiare casistica, è sempre consigliato scegliere un capocantiere. Il suo contributo infatti reca indiscutibili vantaggi.

 

  1. Ottimizza le attività in cantiere. Coordinare le attività altrui, distribuire le mansioni in maniera efficace, significa efficientare il lavoro in cantiere.
  2. Funge da terminale “accessibile” rispetto al cliente. In tal modo, il rapporto impresa-cliente è più sereno, privo di incomprensioni e quindi di rivendicazioni.
  3. Fornisce garanzie di sicurezza. Buona parte delle attività del capocantiere riguardano la questione della sicurezza. D’altronde, deve verificare il rispetto delle disposizioni di legge. Da qui, le garanzie in tal senso che il capocantiere offre.

 

Come scegliere il capocantiere

 

Di base, la scelta del capocantiere non è appannaggio del committente, bensì del datore di lavoro, ovvero dell’appaltante. È quindi l’impresa edile a nominare tra i suoi operai un capocantiere, informalmente o formalmente. Cosa può fare il committente in questo frangente? Semplicemente, individuare a monte una buona impresa edile. Se l’impresa edile è di qualità, allora è probabile che scegliere un buon capocantiere.

 

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