Ristrutturare casa in gravidanza

Ristrutturare casa in gravidanza: i pericoli per la mamma e il bambino

Ristrutturare casa in gravidanza è pericoloso? Non è una domanda da poco, anche perché la necessità di ristrutturazione emerge soprattutto quando si verificano modifiche del nucleo familiare, come nel caso della nascita di un bambino.

 

 

E’ anche una domanda legittima, niente affatto dovuta ad ansie esagerate ma rispondente a un pericolo reale. A dimostrarlo, tra le altre cose, è stato un recente studio.

Nell’articolo che segue parleremo dei pericoli cui incorrono la madre e il bambino quando si decide di ristrutturare in gravidanza, focalizzandoci sulla studio in questione e proponendo alcune soluzioni pratiche e indolori. 

 

Ristrutturare casa in gravidanza: i pericoli reali

Quali pericoli corre una donna in gravidanza, e il bambino che porta in grembo, se si eseguono dei lavori di ristrutturazione durante il periodo di gestazione? I pericoli sono abbastanza numerosi, per quanto i reali effetti emergano con un grado di probabilità variabile. Tuttavia, questo è chiaro, è meglio non rischiare.

Alcuni pericoli emergono a seguito di riflessioni all’insegna del semplice buon senso, mentre altri rivelano dinamiche più complesse, peraltro dimostrate definitivamente da uno studio accurato.

Nei prossimi paragrafi parleremo dei due più grandi rischi connessi alla decisione di ristrutturare in gravidanza. 

 

Ristrutturare casa in gravidanza: lo stress

Lo stress, quando non è acuto, ovvero rispondente a una situazione di emergenza, fa sempre male. Situazioni di disagio prolungate possono causare squilibri fisiologici, anche di natura ormonale. Ora, se questo nelle persone in stato normale può determinare fastidi nel breve periodo e danni solo nel lungo periodo, in donne in stato interessante può rappresentare un pericolo immediato, per sé ma soprattutto per il bambino.

Di norma, ristrutturare casa è stressante. Lo è per tutta una serie di motivi. In primis burocratici: le norme sono stringenti, per quanto tese a tutelare il contribuente, ma la necessità di rispettarle e di non sbagliare è fonte di stress. Secondariamente, si segnala una forte pressione durante i lavori, soprattutto se si decide di continuare a vivere nell’abitazione. Sopportare la presenza dei tecnici e dei muratori, sopportare il rumore e la polvere, possono essere fonte di stress. 

E’ risaputo, ma corrisponde anche a una evidenza scientifica, che sia meglio per le gestanti evitare le situazioni di stress e vivere il periodo della gravidanza nella maniera più tranquilla possibile. Da qui il rischio incompatibilità tra l’attività di ristrutturazione e la gravidanza. 

 

 

Ristrutturare casa in gravidanza può essere fonte di forte stress per la gestante.

 

 

Ristrutturare casa in gravidanza: i pericoli per la salute

Ma lo stress non è l’unico motivo per cui ristrutturare in gravidanza potrebbe risultare pericoloso. Si segnalano infatti anche pericoli per la salute di origine organica, dunque non connesse a tematiche psicologiche.

Ad averlo scoperto è stato l’Helmholtz Centre for Environmental Research di Lipsia, che ha realizzato uno studio su oltre 500 donne. Ebbene, è emerso che alcuni interventi di ristrutturazione causano la diffusione di composti volatili i quali da un lato possono causare problemi respiratori e dall’altro possono causare problemi di reazione nel feto.

In particolare, è emerso che nei casi in cui sono stati realizzati interventi di ristrutturazione in gravidanza, il cordone ombelicale presentava concentrazioni elevati di allergeni, sintomo di una risposta immunitaria abnorme. Questa dinamica si sarebbe presentata in particolare in concomitanza con la sostituzione dei pavimenti (che è uno degli interventi più richiesti) e dunque sarebbe stata causata dall’applicazione di collanti. 

La conclusione è sconcertante. Il capo del team di ricerca, Ulrich Frank ha infatti dichiarato quanto segue: “Si tratta di composti come stirene o etilbenzene, che vengono rilasciati nell’aria e sono poi respirati da chi abita nell’appartamento. I nostri dati mostrano che l’esposizione a queste sostanze in gravidanza comporta un aumento consistente del rischio di problemi respiratori nel bambino durante i primi mesi di vita”.

 

Ristrutturare casa in gravidanza: cosa fare

Il pericolo, dunque, è reale e non frutto di una reazione psicologica allo stress. Cosa fare? Il primo rimedio è piuttosto semplice: rimandare i lavori di ristrutturazione a un momento successivo alla gravidanza.

Lo stesso studio, infatti, rivela che le reazioni respiratorie si concentrano durante la gravidanza, mentre i rischi per il bambino post-parto sarebbe di gran lunga inferiori. Questo, c’è da dire, potrebbe rappresentare una fonte di stress, in quanto il periodo più complicato per i genitori è proprio quello immediatamente successivo alla nascita, ma tant’é: è una questione di salute organica e non semplicemente psicologica. 

Ma c’è anche un’altra soluzione, forse più indolore. Ovvero, trasferirsi altrove, trascorrere la gravidanza in un’altra abitazione, dove sia possibile tenersi alla lontana dallo stress e dalle sostanze chimiche che potrebbero nuocere al bambino che si porta in grembo.

Tra l’altro, è una consuetudine abbastanza diffusa per le donne in gravidanza spostarsi nella casa di famiglia, in particolar modo per essere assistite in un periodo così delicato. Ovviamente, dal momento che si rompe la continuità familiare, è necessario valutare quanto questo faccia bene alla coppia, e dunque verificare il tempo necessario affinché i lavori di ristrutturazione vengano ultimati.

Un ultima soluzione potrebbe essere di concentrare il lavori di ristrutturazione più leggeri ma urgenti durante la gravidanza, e spostare gli altri più in là nel tempo. Tuttavia, sono valutazioni che andrebbero fatte con un esperto, e magari anche con un medico, in quanto ciò che risulta prioritario per il padrone di casa spesso non lo è oggettivamente. Dunque, informatevi sì, ma consultatevi con chi ne sa più di voi, con chi per mestiere risolve problemi di questo tipo. 

Ad ogni modo, è bene essere consapevoli che i rischi ci sono, e affrontarli per tempo, prima di prendere decisioni potenzialmente pericolose. 

 

 

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